[Geniothemage] Patch 5.04 - Lacrime dolci

Genio

E così si comincia.
Ierila patch 5.0.4 è calata sui nostri computer seminando morte e distruzione (tra gli addon).
A me è andata particolarmente bene col processo di installazione e aggiornamento.
Sono tornato a casa e prima ancora di togliermi le scarpe ho lanciato la procedura. Fuori dalla finestra.
“Il processo di aggiornamento dei file di gioco richiederà un tempo compreso tra 0.1^-e nanosecondi e un petabiliardo di eoni. Grazie per la pazienza.”
Fanculo.
Ceno con calma. Ogni fusillo corrisponde ad uno 0.3% di caricamento sul Mac in camera.
Ogni bollicina nella birra fa avanzare la barra di un decimo di pixel.
Prendo dolce, caffè e ammazzacaffè, per permettere a WoW di giocare ancora un po’ a frisbee con il mio hard disk, poi torno strisciando come una lumaca (e sbavando sul parquet) alla mia postazione.
Mi affaccio timidamente dalla porta. Se sono molto cauto forse vedrò avanzare la barra di caricamento in tempo reale!
E invece è già tutto finito. Con molta probabilità appena mi sono seduto a tavola mezz’ora prima.
Al primo boccone di pasta al ragù il gioco era già pronto e scattante, in attesa dei miei dati di accesso.
Username. Password.
Fisso a bocca aperta quella che era stata la mia nana paladina e che ora sembra un puttanone transessuale da circo in armatura. Ottimo lavoro con l’aggiornamento delle ombre.
Prima di mettermi a piangere loggo. Ho parlato troppo presto. Mi metto a piangere. La mia interfaccia. La mia stupenda interfaccia. La mia opera d’arte brevettata per tutelarmi contro le azioni legali della Apple ed esposta sotto forma di screenshot in tutti i maggiori musei nazionali.
Distrutta. Rovine fumanti. Per un nanosecondo credo di vedere comparire sullo schermo una diapositiva con uno sviluppatore Blizzard che mi fa il gesto dell’ombrello. Mi metto a ridere. Lacrime salate solcano la mia barba. Lacrime di felicità.
Mi spiego. Qualche tempo fa ho scritto un pezzo intitolato “Skyrim: una autorecensione psicologica” in cui spiegavo come quel gioco avesse permesso alla mia psicosi di rilassarsi dopo tanti anni di tweaking della UI di WoW. Il mio bisogno sfrenato di avere tutto sistemato alla perfezione, di avere ogni pulsante al suo posto, ogni reputazione Exalted esattamente a 999 punti, fino al punto di cancellare personaggi di livello 85 solo perché non mi piaceva la forma del naso (e sì, sono un t-rex quando si tratta di spendere soldi per ste cose) aveva finalmente trovato con Skyrim la valvola di sfogo perfetta. Un gioco in cui puoi perdere ore ad impilare in ordine alfabetico centinaia di libri perfettamente inutili e di cui leggerai solo le prime dieci parole è meglio di uno psicologo per chi soffre come me di questo disturbo.
Solo che il disturbo non mi disturba. Mi diverte. E quando sono costretto a risistemare tutto - cosa che sicuramente farò meglio di prima - a causa di una major patch di WoW, sento l’irrefrenabile bisogno di farmi un cinque contro uno. Aggiornare tutti gli addon e riposizionarli graficamente, riconfigurare ogni minima opzione al punto di farmi mandare una mail in tempo reale quando sono low on mana. Scoprire le novità dei talenti e delle statistiche. Spendere lo stipendio di un mese in gold per il glifo che aggiunge due ali alla grafica di una spell. Riposizionare tutte le spell sulle barre, secondo una logica di precedenza e di abilità, in gruppetti divisi da slot vuoti, keybindati (passatemi questo aborto linguistico che comunque suona meglio di Lunagufo) ad ognuno dei 17 tasti del mio mouse (comprato appositamente).
A mezzanotte e mezza sorrido soddisfatto. La mia paladina è pronta. Ora mancano da sistemare solo altri 9 personaggi. Compresi quelli ancora di livello 1. Mi addormento col sorriso sulle labbra.

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