Marillion era Fish: le pagelle

Sono in vena del mio solito post musicale. Mi va di scrivere qualcosa del mio gruppo preferito... parlando dei dischi fatti nel periodo che più mi sta a cuore; 1982-1988. Queste pagelle lo ho scritto qualche giorno fa sulla mailing list italiana ufficiale dei Marillion (Real to Read).

Script for a Jester's Tear: a parte il drumming penoso, il disco è memorabile. Chelsea Monday, per esempio, è un pezzo melodicamente attualissimo. L'ironia di Garden Party e il pathos di Forgotten Sons sono elementi che hanno reso e rendono ancora oggi Script il disco "seminale" nella storia del new-prog. Lo spirito "scanzonatorio" e in parte bucolico lo rende un disco "sfacciatamente" prog (il prog teatrale stile Genesis/Yes) ma la personalità (ancora acerba ma già evidente) dei Marillion riesce a dargli personalità.
Voto: 8

Fugazi: non è mai stato uno dei miei preferiti. Sicuramente per la registrazione (suona molto metallico, vuoto) ma anche per lo spirito un pochino troppo "hard" che i marillion hanno cercato di dare al disco. Le precedenti e ingiustificate accuse di somiglianza coi genesis hanno sicuramente influenzato la ricerca melodica del disco. Contiene comunque pezzi notevoli come Jigsaw (anche se la preferisco dal vivo), Incubus, Punch & Judy e Fugazi. Ritengo sia il disco meno progressive di tutta la carriera marillica.
Voto: 7

Misplaced Childhood: il vero amore per i Marillion è scattato con questo disco. Da notare che, dopo tutti questi anni, skippo volentieri la prima parte (Kayleigh e Lavender). Ma poi arriva Bitter Suite con il primo vero pugno nello stomaco (l'assolo centrale), poi si passa da pezzi strepitosi come Hearth of Lothian, Waterhole (chissà da dove viene il nome di questo blog) e Lords of the backstage, e si finisce in Blind Curve dove mi attende il secondo pugno nello stomaco (l'assolo di Steve Rothery prima di Mylo) e il terzo (Perimeter Walk con la sua intro parlata mi fa venire i brividi ancora oggi dopo 20 anni, porca miseria). Childhoods End e White Feather sono le conclusioni ideali per un disco che trovo emozionante e intramontabile.
Voto: 9

Clutching at Straws: un disco spettacolare. Potente, intenso e suonato con grande maestria (anche se le potenzialità "tecniche" dei cinque erano già saltate fuori con Misplaced Childhood). Sicuramente inferiore IMO a Misplaced, perchè più disomogeneo e slegato. Nonostante questo, pezzi come Torch Song, Slaintè Mhath (con il suo drumming spettacolare), White Russian e la epica Last Straw, sono ancora in alto nella mia classifica personale. Produzione eccelsa, testi splendidi... un prodotto sicuramente più commerciale e meno coraggioso di Misplaced, ma che non ha subito il logorio del tempo e che quindi riesce ad essere ancora attuale.
Voto: 8 e mezzo

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